UNA COMMEDIA DIVINA

La Divina Commedia è un poema epico scritto da Dante Alighieri all’inizio del XIV secolo. In questo autobiografico cammino di liberazione spirituale, il pellegrino Dante si imbarca in un viaggio nei tre regni di Inferno, Purgatorio e Paradiso sotto la guida di diversi personaggi che incontra lungo la sua via: dalla selva oscura alla visione beatifica di Dio.

Il poeta Virgilio rappresenta la ragione, ed è attraverso di lui che Dante riuscirà ad attraversare e vincere gli ostacoli che gli si presentano in Inferno, che è il simbolo di quel luogo delle nostre menti dove i demoni vivono intrappolati. Dante ci insegna che è attraverso il coraggio di guardarli negli occhi che ce ne possiamo liberare e uscire dalla sofferenza della nostra vita una volta per sempre.

Beatrice è l’alter- ego spirituale di Dante, il suo intuito. I due si incontreranno dopo che Dante e Virgilio hanno scalato la montagna di Purgatorio e sono entrati nel Giardino dell’Eden, situato sulla cima. Incontrando Beatrice, Dante ci dice che, arrivati ad un certo punto di questo cammino di introspezione, la logica non ci può più assistere; è in questo momento che dobbiamo arrenderci, aprire i nostri cuori e credere all’invisibile forza dell’Amore per incominciare a vivere per davvero.

Il poeta ci mostra come, una volta che mente e cuore si sono allineati, possiamo accedere al paradiso non dopo la morte bensì qui su questa terra, in questo momento presente, in questa commedia divina che è la nostra vita.

 

DANTE IN ISLANDA

Tutto incomincia nel 2002, quando l’ingegnere Giancarlo Gianazza scopre una data codificata nella posizione delle mani nella Primavera di Botticelli. Dopo un’attenta analisi, Gianazza scopre che il quadro raffigura l’episodio narrato negli ultimi sei canti del Purgatorio dantesco: dove un giovane Dante entra nel Giardino dell’Eden e ritrova la sua amata Beatrice con la quale, dopo un rito di purificazione, salirà nei cieli del Paradiso.

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Questa intuizione lo porta a cercare altri indizi nascosti tra i versi della Divina Commedia, che trova sotto forma di coordinate geografiche che indicano un punto preciso al centro Islanda, un paesaggio che per molti aspetti ricorda lo scenario descritto da Dante nel suo poema.

Nel 2004 Gianazza si imbarca nella sua prima spedizione in Islanda, dove durante il corso degli anni e attraverso l’aiuto di fidati compagni, ritornerà anno dopo anno in cerca del più famigerato dei tesori: il tesoro dei Templari. 

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GIANCARLO GIANAZZA

Giancarlo Gianazza è laureato in ingegneria. Grande appassionato di arte, filosofia e astronomia medievale, si è dedicato negli ultimi diciassette anni alla decifrazione dei dipinti di Leonardo, Botticelli e Raffaello e alla codificazione dei versi della Divina Commedia di Dante, affiancando alle speculazioni teoriche ricerche approfondite sul campo, nell’isola di Citera e in Islanda. 

Gianazza ha riportato le sue teorie su un libro pubblicato da Sperling & Kupfer dal titolo I Custodi del Messaggio (Sperling & Kupfer, 2006).

 

Il MESSAGGIO SEGRETO DI DANTE

Dal tesoro sepolto sotto il permafrost islandese alla dottrina segreta celata sotto l’velame de li versi strani della Divina Commedia, uno degli scopi di questo film è quello di creare un ponte tra realtà ed immaginazione, tra concreto e astratto, tra materia le e immateriale. Talvolta la linea che separa queste due sfere dell’esperienza umana è talmente sottile che diventa difficile riconoscere la verità. Cimentandoci in questo esercizio – nella ricerca della Verità – spesso riscontriamo un’inversione dei poli, per la quale l’astratto diventa concreto ed il concreto si fa sempre più astratto. Nel caso del film, da un lato abbiamo gli uomini pragmatici che attraverso un metodo scientifico cercano di scovare tesori utopici, dall’altro troviamo le figure femminili che con un'approccio più filosofico e non invasivo sono convinte che la verità si possa trovare nei nostri cuori.

Il messaggio non è da cercarsi sottoterra bensì nei versi della Divina Commedia. Il cammino da percorrere non è al di fuori ma dentro noi stessi. Questo è il messaggio di Maria Soresina, saggista e studiosa dantesca che attraverso un’analisi unica e originale della Divina Commedia rivela il vero messaggio segreto di Dante: l’eresia catara.

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MARIA SORESINA

Nata da padre italiano e madre viennese, frequenta la scuola dell'obbligo presso le suore tedesche a Milano, quindi il liceo artistico a Brera e infine Scienze Politiche all'Università Statale di Milano dove si laurea nel 1981 con lode discutendo la tesi Karl Kraus e Vienna: satira e critica della società con Francesco Alberoni.

Nel 1995 pubblica i primi articoli e tiene le prime conferenze. Dal 1998 al 2010 coordina un gruppo di lettura e studio della Divina Commedia. 

Nel 2002 pubblica il suo primo libro Le Segrete cose: Dante tra induismo e eresie medievali, e nel 2009 il suo secondo libro Libertà va cercando. Il catarismo nella Commedia di Dante, he avrà "il ruolo di aver vigorosamente scosso e dilapidato il rapporto tra Dante e la cultura italiana". Quest'ultimo libro ha suscitato l'interesse del quotidiano vaticano L'Osservatore Romano. Nel 2011, il suo terzo libro su Dante Mozart come Dante. Il Flauto magico: un cammino spirituale traccia nuovi paralleli tra il viaggio della Divina Commedia e il viaggio della più grande opera di Mozart, Il flauto magico. Nel 2020 pubblica il suo ultimo lavoro su Dante, dal titolo E Dirò de l'altre cose ch'i' vo' scorte.

ROVER DREAMS PRODUCTIONS PRESENTA UN FILM SCRITTO E DIRETTO DA SOFIA E. ROVATI
FOTOGRAFIA DI IRENE MARCO E JOHNNY HO MUSICA DI HOLLIE BUHAGIAR
MONTAGGIO DI JORGE SALES TÁRREGA ILLUSTRAZIONI DI FRANCESCO POIANA ANIMAZIONI DI KELVIN CHIM